Partenza infelice per il nuovo Presidente Guide Alpine: raddoppiamo quindi gli auguri per permettergli di ritentare col piede giusto

Ero in procinto di fare gli auguri per la nomina al neopresidente del Collegio nazionale Guide Alpine Italiane (Conagai) Pietro Giglio, ma mi trovo costretto ad esordire con doverose precisazioni ad alcune delle sue affermazioni contenute nella recente intervista sul portale Montagna.tv e che ci vede coinvolti.

“In questo momento purtroppo c’è la guerra (con AIGAE, ndr) e siamo costretti a combatterla.”
Lo stile sensazionalistico ci ha ormai abituato a usare spesso parole o immagini forti per attirare o per sintetizzare situazioni degne di attenzione. Forse è legittimo e spesso è efficace. Quello che non può essere accettato è che uno dei protagonisti di quella che comunicativamente viene definita “guerra” accetti la definizione e la cavalchi.

Per noi infatti NON è una “guerra”. Le guerre sono altre, fanno vittime e lasciano tracce indelebili, distruggono, portano e creano odio.
Per AIGAE infatti non è così: il dibattito sull’accompagnamento professionale in natura è per noi invece un confronto il cui scopo è produrre lavoro, definire aree di competenza, lavorare assieme per coniugare la bellezza con la possibilità di difenderla e lavorare grazie ad essa. Per noi questo confronto ha già portato e porta collaborazioni tra le diverse figure che ci auguriamo possano aumentare in futuro. Basterebbe quindi questa necessaria precisazione per comprendere come le Guide Alpine continuino a intendere “campo di battaglia” quello che per noi è un giardino di tutti, dove tutti vogliamo lavorare nel rispetto dei ruoli e delle storie, basterebbe questo per comprendere che la volontà di lavorare, creare lavoro, valorizzare il territorio e il turismo ad esso legato si può misurare in tanti modi e spesso il linguaggio ne è un fedele indicatore svelando un’antica e mai doma indolenza.
L’intervista del neo presidente delle Guide Alpine quindi, a cui comunque indirizziamo il benvenuto nel giardino della discussione, lascia intravedere una partenza decisamente col piede sbagliato.

La “conflittualità” è stata infatti scatenata, perpetrata e rinnovata proprio dal Collegio Guide Alpine, che da aggressore ora vorrebbe spacciarsi per vittima. Lo dimostra il fatto, tra i tanti, che tutte le denunce (archiviate) per il presunto “abuso di professione” sono state presentate solo e soltanto da Guide Alpine verso Guide Ambientali Escursionistiche (GAE). Mentre l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (AIGAE) si è sempre astenuta dal fare altrettanto verso i tanti Accompagnatori di Media Montagna (AmM) aderenti al Collegio Guide Alpine, che operano su neve e al di fuori della propria Regione. Limite che sarà anche anacronistico (concordiamo) ma che è comunque illegale ai sensi della loro stessa amatissima legge 6/89. Che a baluardo però viene utilizzata, come un fortino protezionistico e con sbilanciato rigore, per presunte esclusive smentite nettamente da sentenze inappellabili di Corte Costituzionale e TAR. Sentenze in cui viene ribadita sempre più chiaramente la differenza tra l’accompagnamento escursionistico che non prevede esclusive e l’alpinismo riservato alle Guide Alpine.

“Mi piacerebbe fare la pace (…) Ma temo che un compromesso non sia possibile.”
Purtroppo lo temiamo anche noi, visto che finora tutti i nostri tentativi di dialogo sono stati ignorati. Nessun riscontro. Eppure ci sono articoli, incontri pubblici, post nei quali negli ultimi mesi abbiamo provato a più riprese a “riaprire il tavolo” abbandonato unilateralmente e immotivatamente dalle Guide Alpine. Il confronto si fa in due. Lo ripetiamo, qui e pubblicamente: dott. Giglio, noi ci siamo, mancate solo voi.
Ci piacerebbe che le nostre paure, divenute ormai semplici constatazioni, venissero smentite con un rapido “ravvedimento operoso”.

“Tra la qualità della formazione degli accompagnatori di media montagna e quella delle guide ambientali c’è un abisso.”
Poteva forse essere vero fino a 10/15 anni fa e solo in alcune regioni italiane. Ma da anni la formazione di una GAE non ha nulla da invidiare a nessuno. Il gradimento del pubblico italiano ed estero, oltre che la qualità del servizio erogato, sono altissimi (oltre 3mln di persone accompagnate nel 2017). La richiesta di accedere alla professione enorme (centinaia di richieste di iscrizione ai corsi, oltre 5000 GAE  in Italia, di cui 3000 associate AIGAE, contro poco più di 200 AmM), l’aggiornamento professionale continuo e capillare, la sicurezza garantita a livelli eccellenti dimostrate dalle statistiche, che solo noi abbiamo pubblicamente messo a disposizione (e mai ne abbiamo vista una del Collegio, nonostante sia un Ente con dovere di trasparenza).

“Per fortuna far cambiare una legge regionale valdostana (per istituire gli AMM, ndr) è più facile che modificare una legge nazionale.”
Peccato però che non cambierebbe lo stato delle cose, visto che nel frattempo il panorama legislativo è profondamente mutato e nessuna legge regionale potrà impedire alle GAE né di lavorare né di formarsi.
Di acqua sotto i ponti ne è passata. Sarebbe auspicabile che chi ha ruoli pubblici rimanga aggiornato e si adegui al mutato contesto invece di rincorrere modelli obsoleti e anacronistici.

Dott. Giglio, a questo punto non ci resta che farle due auguri di cuore:

1) per la sua nuova nomina e per gli impegni che la attendono e che saprà sicuramente affrontare con competenza;
2) per l’acquisizione di una diversa consapevolezza della necessita di lavorare in sinergia e reciproca collaborazione e abbandonare anacronistiche pretese di superiorità e predominio.

Buoni passi Presidente, con l’augurio di incontrarci sui sentieri e salutarci da colleghi e non da nemici.

Il Presidente nazionale
Dott. Filippo Camerlenghi

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